Profilazione bioarcheologica e paleogenomica dell'insolita sepoltura neolitica proveniente dalla Grotta di Pietra Sant'Angelo (Calabria, Italia)
Rapporti scientifici volume 13, numero articolo: 11978 (2023) Citare questo articolo
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La sepoltura neolitica di Grotta di Pietra Sant'Angelo (CS) rappresenta un reperto archeologico unico per la preistoria dell'Italia meridionale. L'insolita collocazione dell'inumazione ad una quota piuttosto elevata e lontana da centri abitati, la mancanza di corredi funerari e la deposizione prona del corpo trovano limitate somiglianze con i siti italiani coevi. Questi elementi hanno indotto interrogativi più ampi sulle usanze mortuarie durante la preistoria dell’Italia meridionale. Questo caso atipico richiede un approccio interdisciplinare volto a costruire un profilo bioarcheologico integrato dell’individuo. L'indagine paleopatologica sui resti scheletrici ha rivelato la presenza di numerosi marcatori che potrebbero essere associati ad attività artigianali, suggerendo possibili interpretazioni dello stile di vita dell'individuo. Le analisi TC, effettuate sulle ossa mascellari, hanno evidenziato la presenza di un peculiare tipo di usura dentale, ma anche una buona densità della matrice ossea. Analisi biomolecolari e micromorfologiche del calcolo dentale evidenziano la presenza di un ricco microbioma orale di tipo neolitico, la cui composizione è coerente con la presenza di patologie. Infine, i dati paleogenomici ottenuti dall'individuo sono stati confrontati con le popolazioni mediterranee antiche e moderne, inclusi dati inediti ad alta risoluzione sull'intero genoma di 20 abitanti moderni del vicino villaggio di San Lorenzo Bellizzi, che hanno fornito interessanti spunti sul panorama biodemografico del Neolitico. nel Sud Italia.
Alla fine del VI millennio a.C., gli stili di vita neolitici sono ben radicati nell'Italia meridionale (SI)1. La ceramica appare nella documentazione archeologica del Neolitico antico e medio in Puglia, Basilicata e Calabria; il sistema economico di caccia-raccolta inizia ad essere sostituito dalla diffusione delle attività agricole, anche se il passaggio completo ad una strategia di sussistenza basata sull’agricoltura non avviene prima dell’età del bronzo2. Cambiamenti radicali si possono osservare nelle strategie insediative durante le fasi del Neolitico Antico e Medio nel SI, basate per lo più sull'occupazione di aree costiere e sub-costiere, come Favella di Corigliano (CS), che rappresenta uno dei più antichi villaggi agricoli del Italia, e una delle prime industrie della ceramica nell’Europa centro-occidentale3. Le testimonianze della presenza umana nei territori interni del SI sono invece sporadiche fino alle fasi avanzate del Neolitico. In tale contesto, il sito archeologico di Grotta di Pietra Sant'Angelo rappresenta un unicum per lo sfruttamento umano del SI durante il Neolitico.
Pietra Sant'Angelo è un esteso massiccio calcareo situato sul versante calabrese del Parco Nazionale del Pollino (Fig. 1a), nel comune di San Lorenzo Bellizzi (Cosenza). Il massiccio è estremamente ricco di cavità, con almeno 21 grotte verticali e orizzontali censite nella zona. Tra queste, la Grotta di Pietra Sant'Angelo conserva la più antica testimonianza dell'attività umana nella Calabria settentrionale4. L'ubicazione della cavità (Fig. 1b) ad una quota piuttosto elevata (> 1000 m slm) e non facilmente visibile dalla valle, le ha permesso di sopravvivere ai disturbi post-deposizionali. La ricostruzione stratigrafica del deposito archeologico testimonia un consistente utilizzo della piccola cavità (meno di 20 m di lunghezza) durante tutto il Neolitico, come suggerito dalla presenza di ceramica tricroma, bicroma e impressa, mentre scarse e sporadiche testimonianze di un più recente è attestata la frequentazione.
(a) Localizzazione geografica di San Lorenzo Bellizzi. Le mappe sono state ottenute dal progetto National Geologic Map Database (https://ngmdb.usgs.gov/topoview/) e adattate utilizzando Adobe Illustrator 2022 v3.0 (disponibile su https://www.adobe.com/products/illustrator/ ); (b) massiccio della Pietra Sant'Angelo e ingresso della grotta omonima (cerchio nero); (c) planimetria della grotta e luogo della sepoltura (quadrato rosso); in verde è evidenziata l'entità degli scavi; (d) i resti scheletrici dell'individuo rinvenuti all'interno della grotta; (e) le mascelle intatte dell'individuo; fotografie scattate da Felice Larocca (b, d) e Alessandra Cinti (e).
3.0.CO;2-#" data-track-action="article reference" href="https://doi.org/10.1002%2F%28SICI%291096-8644%28200005%29112%3A1%3C39%3A%3AAID-AJPA5%3E3.0.CO%3B2-%23" aria-label="Article reference 88" data-doi="10.1002/(SICI)1096-8644(200005)112:13.0.CO;2-#"Article PubMed Google Scholar /p> 3.0.CO;2-Y" data-track-action="article reference" href="https://doi.org/10.1002%2F%28SICI%291096-8644%28199609%29101%3A1%3C101%3A%3AAID-AJPA7%3E3.0.CO%3B2-Y" aria-label="Article reference 91" data-doi="10.1002/(SICI)1096-8644(199609)101:13.0.CO;2-Y"Article CAS PubMed Google Scholar /p>